Sculacciate madre figlia

Un racconto di sculacciate madre su figlia

Sono Simona, l’amica di Giovanna , apprezzo molto la sculacciata, ed a volte la mia gentile amica m’invita quando deve servirsene con sua figlia, e ciò’ accade spesso, con mio grande piacere.
– Simona e’ qui per un mio invito, (disse tranquillamente Giovanna).
– mamma!non puoi… (protesta Laura)
– non muoverti!(disse sua madre bruscamente).
Laura fece il broncio, guardò di traverso nella mia direzione, ma restò silenziosa. Io non avevo capito quello che era successo, ma immaginavo che qualcosa di piccante stava per succedere. Laura aveva i capelli biondi raccolti a coda, gli occhi blu e delle chiazze rosse sulle guance. Aveva un vestito giallo, i calzini e le pantofole.
– bene, Simona, (mi disse la madre di Laura), cosa devo fare con lei? Non ha meritato una bella sculacciata? Naturalmente! ma deve essere data sulle ginocchia? O su quello sgabello? O sul tavolo?
– fai come preferisci mia cara. È evidente che c’è bisogno di una bella sculacciata. Sai che sono venuta per questo!
Laura provò un’altra obiezione
– mamma, per favore, non è giusto che Simona…
– Laura, (l’interruppe sua madre con un tono amabile), tu devi sapere che né le tue lacrime, né alcuna argomentazione ammorbidiranno la tua punizione! Piuttosto è il contrario!
Timidamente, Laura seguì questo suggerimento, guardando in basso e mormorando piena d’indignazione.
– molto bene, Laura, (disse sua madre), penso che riceverai questa bella sculacciata sulle mie ginocchia.
– brava mia diletta, sei sulla buona strada, abbiamo tutto il tempo, potrai provare dopo delle altre posizioni. (Commentai beffarda).
Lei si sedette su una sedia ed accarezzò la sua coscia destra.
– vieni qui adesso.
Laura avanzò esitando e disse guardandomi
– dille di andarsene!
– certamente no! Simona è mia amica ed io ho bisogno dei suoi consigli per sculacciarti!(disse la signora  con un tono esasperato, e prendendola di sorpresa, l’attirò bruscamente di traverso sulle ginocchia).
– conta su di me per consigliare la mia amica. (Aggiunsi ). Sono venuta per vederti sculacciare, non voglio affatto perdermi uno spettacolo del genere.
Fissavo con sguardo bramoso e rapito come Giovanna dava la sculacciata a mano sulla gonna di Laura. Ne avevo viste di sculacciate, ma raramente come questa. Laura si agitava in tutti i sensi. Apprezzai l’esperienza. Quando la signora  ebbe a suo giudizio sculacciato sufficientemente, la mano cessò il suo movimento e si posò sul culetto della figlia. Già finito? Ero un po’ delusa.
– è solo l’inizio figlia mia, (dichiara la madre di Laura), adesso il seguito della tua sculacciata.
Eh? Pensavo che la punizione finisse lì; invece no, la madre di Laura alzò il vestito di cotone per scoprire delle piccole mutandine rosa che stringevano un culetto paffuto. La signora  sollevò la mano destra e cominciò a liberare una serie di colpi rapidi sul sedere paffuto mentre Laura si agitava a più non posso. E come la sculacciata continuava lei cominciava a urlare ’’ouille!’’ e ’’aie!’’ ogni volta che la mano di sua madre schiaffeggiava le sue mutandine.
Io la incoraggiavo
– sculacciala mia bella. Il suo sedere arrossisce appena. Più forte, non cola neanche una lacrima. Puoi sculacciare a volontà!
Questa serie fu molto più lunga della prima, ma infine , malgrado il mio sguardo pieno di rimprovero, signora  si arrestò e le disse di sollevarsi, cosa che sua figlia fece, sfregandosi il sedere. Per me, questa era stata un’esperienza meravigliosa ed ero desolata che tutto finisse così presto …! Domandai indispettita
– come, già finito?
– rassicurati mia cara, non abbiamo che cominciato, ti divertirai. Adesso, Laura, togliti il vestito!
– mamma! No!
– Laura, tu mi hai stancato con le tue mancanze e disobbedienze gratuite. Togliti il vestito!
Laura lancia un colpo d’occhio nella mia direzione prima di emettere un lamento sgarbato e sbottonare malvolentieri il vestito. Qualche secondo più tardi lo fece passare sopra la testa e lo teneva davanti a lei che era rimasta in mutande e reggiseno.
– hm! (Disse Giovanna severamente). Metti il vestito laggiù.
Facendo una smorfia, Laura lanciò il vestito nella direzione indicata dove cadde a terra.
– insolente! (Dissi).
– raccoglilo e mettilo su quella sedia diligentemente. Non preoccuparti Simona, sarà il suo sedere che pagherà per questo gesto, (disse madame  sorprendentemente tranquilla).
Con un altro sguardo furioso verso me, Laura andò dove era caduto il vestito. Le sue mutandine rosa erano ben esposte sul suo bel culetto quando si chinò per raccoglierlo. Laura piegò il vestito e lo poggiò sulla sedia saggiamente.
– adesso vieni e piegati su questo sgabello, (ordinò la madre di Laura).
Lo sgabello designato era alto, col sedile rotondo e delle sbarre tra i piedi. La madre la sistemò per fare in modo che la testa e le braccia pendessero da un lato e le gambe dall’altro. Il sedere ben equilibrato al centro. “bene” disse Giovanna, quando la posizionò in modo soddisfacente.
– lo spettacolo è divertente,( dissi ridendo). Trovo che il sedere di Laura sia molto allettante con queste mutandine rosa. Immagino che le saranno tolte presto.
– non puoi dire di meglio mia cara Simona. Si preannuncia una sculacciata a culetto nudo. Aspettatemi un secondo tutte due, anzi tutti e tre, il tuo sedere fa parte della festa.
Madame  andò in cucina e prese un mestolo in legno. Sorrise guardando il temibile strumento. La madre non cominciò subito a battere il sedere di sua figlia, ma il retro delle cosce : 6 piccanti colpi su ciascuna ,3 nel basso e 3 nell’alto. Poi fece una pausa mente Laura, io e il culetto di Laura attendevamo il seguito degli avvenimenti. Dopo un tempo che mi sembrò un’eternità, madame  prese l’elastico delle mutandine di Laura e tranquillamente ma risolutamente cominciò ad abbassarla scoprendo il suo culetto rotondetto.
– vedi Simona, avevi ragione. Procedo a toglierle le mutandine, lentamente, così che abbia più vergogna. Non è più grazioso così?
– oh! È già rosa mia cara Giovanna, questo culetto non chiede altro che di diventare rosso per fiorire come un delizioso papavero.
“no!” urlò Laura mettendo la mano dietro e afferrando le mutandine.
Io guardavo incantata. Il suo culetto era già mezzo nudo.
– mani a posto, Laura, (ordinò la madre), o sarà peggio.
Laura ignorò l’ordine.
– per favore, mamma, lasciami tenere le mutandine, non davanti a Simona, per favore!
– una sculacciata non è veramente tale se non è a culetto nudo, (dissi).
Per tutta risposta, madame  prese il mestolo di legno e sferrò un colpo secco sulla mano di Laura.
“Ow! Ow!” lamentò Laura togliendo la mano.
– ben fatto! Dissi
Sua madre abbassò lentamente le mutandine sulle sue ginocchia. “Oooh!” esclamò Laura. I miei occhi si spalancarono quando il culetto paffuto e tondo di Laura fu esposto. Aveva ancora i segni di una recente sculacciata. Lo trovavo notevolmente grazioso. Ma non potei ammirarlo a lungo poiché sua madre era già passata all’azione. Senza la protezione delle mutandine, vedevo con piacere il culetto rotondo di Laura appiattirsi per l’impatto del mestolo. Ad ogni colpo un segno rosso appariva sulla pelle. Io commentavo:
– come sono belli questi petali di rosa rossa che s’imprimono ad uno ad uno su questo culetto. Brava Giovanna!
Laura scoppiò in lacrime. Ciò non dissuase sua madre che continuava la sua opera, coprendo tutta la superficie del sedere di Laura e la sommità delle sue cosce con dei colpi intensi. Finalmente poggiò il mestolo ed aiutò sua figlia ad alzarsi.
– non toccare le mutandine, (disse alla figlia che piangeva di nuovo). Adesso vai lì a fianco all’armadio col culetto all’aria, e mettiti faccia al muro, metti le mani sulla testa e non muoverti.
– non ti occupi delle sue lacrime? (Dissi)
– è bene che ci pensi. La sculacciata non è finita, puoi credermi! (Mi rispose la mia amica).
Laura obbedì. Le mutandine attorno alle ginocchia facevano ostacolo alla sua marcia e con un andamento poco degno andò in castigo e restò immobile col culetto infiammato. Dopo 20 minuti, quando le lacrime di Laura si calmarono, sua madre l’autorizzò a rimettersi le mutandine. Ma come Laura cercò di prendere il vestito, Giovanna le disse di lascialo dov’era. Non potevo credere alle mie orecchie! Cosa poteva voler dire…? Sicuramente no! E perché no … Madame  parlava con me come se niente di eccezionale fosse successo.
Laura teneva il broncio. Sua madre sembrava contrariata.
– Laura, togliti i calzini e le pantofole e metti tutto a fianco alla mia sedia.
Con lo sguardo imbronciato, Laura fece come le aveva detto la madre. Ero curiosa. Perché Laura doveva togliersi le pantofole?
– adesso, Laura, togliti reggiseno e mutandine.
– mamma, no! Rispose angosciata Laura.
– fallo subito!
– no!
– sbrigati Laura, altrimenti lo farò io per te, e tu sai cosa vuole dire.
– mamma, per favore prima fai rientrare Simona a casa sua.
– non aspetterò ancora per molto, Laura.
– per favore, mamma, potrai darmi una sculacciata due volte più lunga, ma rimanda Simona a casa.
– non essere impertinente, Laura, non ho bisogno della tua autorizzazione. Ti sculaccerò quanto e come pare a me.
– per favore, (urla Laura, battendo un piede per terra).
Sua madre avanzò minacciosa verso lei e Laura si tirò precipitosamente indietro. Chiaramente la minaccia di essere spogliata da sua madre faceva il suo effetto. Lanciandomi uno sguardo indignato cominciò a togliersi frettolosamente gli indumenti intimi.
– mani sulla testa, (insisteva impietosamente la madre di Laura). Adesso Laura mettiti di fronte al caminetto e piegati fino a toccare le caviglie. E mantieni le gambe dritte.
Laura obbedì senza discussioni e si piegò tendendo il suo culetto già scaldato. Ora scoprivo perché le aveva fatto togliere le pantofole dal momento che sua madre ne aveva raccolta una.
– oh! Che graziosa pantofolina, a cosa potrà servire?( Domandai curiosa).
– la sculaccerò con questa. Laura, ferma sulle gambe e se pieghi le ginocchia o cerchi di schivare i colpi ne avrai un supplemento, capito?
– si, (rispose Laura con un filo di voce).
– si cosa? (Domandò la madre battendo in modo inatteso con la pantofola sulla natica sinistra).
– si mamma. Scusa.
– ora vedi.
La mia amica soppesò la pantofola sulla mano. Il culetto di Laura si strinse anticipatamente. Madame  alzò il braccio e fece piombare rapidamente la pantofola contro la natica sinistra. Dopo una pausa la manovra fu ripetuta, questa volta su quella destra. Dopo un’altra pausa la pantofola piombò al centro del culetto di Laura che urlò “aiie!”. Al settimo colpo, le ginocchia di Laura si piegarono e lei prese a due mani il suo culetto in fiamme.
– ouille!
– gambe dritte! E per questo avrai un colpo supplementare.
– hai ragione. Questo non conta. (Dissi) .
Singhiozzando, Laura riprese la posizione. Sua madre non contò quel colpo considerandolo un colpo schivato. Arrivò a 13 colpi poi Laura fu autorizzata a rimettersi in piedi.
– tenendo conto della mia bontà e della discrezione di Simona, ora puoi andare Laura. Mi hai quasi fatto venire il mal di testa con tutto il tuo rumore! Aspetta …
(aggiunse come sua figlia si stava allontanando)… riprendi la tua biancheria.

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